venerdì 11 ottobre 2019

Federico "Chicchiccheddu" Chessa - Fantoni



Federico Chessa - Fantoni, noto anche come "Chicchiccheddu" per gli amici Sardi e "Cunobratos" per quelli Piemontesi, è stato naturopata, artigiano, poeta, guerriero Celta e Balare, oltre che un grande amico. Originario di Chivasso, si è spento alla giovanissima età di 39 anni, a Torino, l'otto ottobre 2019. Ci siamo conosciuti intorno al 2005, via internet, quando scrivendo sui vecchi forum sulla Sardegna avevamo entrambi espresso il desiderio di ricostruire un gruppo di rievocazione nuragica. Qualche anno dopo ho conosciuto Federico di persona, nel 2008-2009 a Sassari. Federico era nato e cresciuto in Piemonte, ma era di madre Sarda, e aveva parenti ad Ittiri. Gli amici della rievocazione celtica Piemontese, i "suoi" Taurini, lo chiamavano Cuno Bratos che significa "colui che è fratello del Cane". Durante questi undici anni di amicizia, Federico ha creato a Sassari un gruppo di rievocazione nuragica chiamato "Sardinia Balare", concentrato sulla rievocazione delle tribù Balari del Nord Sardegna nei secoli tra la colonizzazione punica e la romanizzazione. Questo blog è stato creato da lui come piattaforma atta a divulgare la storia di queste popolazioni della Sardegna antica, e io ho aiutato Federico a mandare avanti questo blog come ho potuto. Negli ultimi tempi Federico si era concentrato sulla poesia e sulla naturopatia. Aveva raggiunto finalmente il suo sogno, e sebbene Cico non fosse più al suo fianco da molti anni, penso fosse felice. Lo aveva sepolto in Sardegna in un santuario di cui solo lui conosceva la posizione. Sebbene le alterne vicende della vita ci avessero allontanato, anche a distanza siamo rimasti amici. L'ultima volta che ci siamo sentiti, qualche mese fa, Federico stava progettando nuove realizzazioni, gli ho promesso che l'avrei aiutato.
Spero di riuscire a mantenere quella promessa, anche ora che non ci sei più Federico, e di dedicare quel progetto alla tua memoria.
Spero davvero di riuscirci, un giorno.

Voglio ricordarti come in questa foto, sempre sorridente, con Cico al tuo fianco.
Mi mancherai caro amico, mi mancherà il tuo sorriso, sempre spavaldo nell'affrontare la vita, un monito per tutti noi.


Questa è una poesia scritta da Federico, riassume la condizione della nostra generazione, ma anche del suo essere Sardo e allo stesso tempo Piemontese, in bilico tra i due mondi in cui era cresciuto. Come Andrea Parodi, è stata la terra a sceglierlo e a chiamarlo a sé. Ti ricorderemo così Federico.

Tra le macerie della
mia generazione
mi siedo in Preghiera

in questo giorno
magico
molte persone come me;
che la mia voce si unisca
alla loro
perché insieme, con lingue
e colori diversi,
per quello preghiamo

Prego
perché sempre più persone
sappiano cogliere i frutti
della madre;
Prego
perché sempre più persone
sappiano respirare il blu

Prego per la mia terra
e la mia gente
per le persone cui voglio
bene; e anche per coloro
cui voglio male
perché la mia rabbia
non condizioni il tuo amore

Prego
per i miei padri
e i padri dei miei padri
per i resti della principessa a chiomonte
stuprata dai carri armati
per le torri di nur che ancora dormono
sotto isospettabili colline
Prego per gli anziani
i nonni e le nonne
che sempre più genti
sappiano ascoltarne le voci

Prego per i miei fratelli
e sorelle; per le donne
che lottano in miseria
per i popoli naturali, che sono
il cuore dell'umanità
per le madri delle riserve
per i bambini senza terra
nei ghetti di periferia

e ancora Prego per i miei figli
e i figli dei figli
e per coloro cui il cuore chiuso
non fiorirà mai
per quelli che agiscono in male
poiché anch'essi sono miei fratelli
padri o figli
e tutto è in relazione

e ora
che cambi un'era
o che il mondo si spenga
questa è la mia Preghiera
possa essa unirsi a quella
dei saggi
che in questo giorno magico
con me, Pregano
nel bene e nel male
che tutto scorra
e nulla rimanga uguale

"21 dicembre 2012" dalla raccolta "Sacro sacrilego immondo", 40 poesie di Federico Fantoni, stampato nel mese di ottobre 2014

"La poesia è l'anima della vita. Essa accompagna ogni momento, ci cammina accanto. Un poeta non fa altro che trasformarla in linguaggio, orale prima, agli albori dei tempi, e oggi, dove è difficile soffermarsi ad ascoltar parole, diventa lettere.
Ho iniziato a scrivere poesia come terapia. Per me è stata un traghetto, una guida, un Virgilio Dantesco, un amabile strumento per scoprire me stesso, per scandagliare le parti più profonde, meschine e abiette del mio animo senza uscirne sgomento o fuori di senno. Ma è stata anche un modo per portare alla luce le parti migliori, sepolte sotto cumuli di macerie fatte di rabbie represse, inconfessabili invidie, rancori indomabili. E mentre questi mostri uscivano, guariti e sublimati in vibrazioni di bellezza, scoprivo la mia capacità di amare, amare veramente, libero da ogni desiderio di possessione. Non avrei mai creduto, prima di aprire le porte alla poesia, di avere tanto amore, dentro di me.
Ma se scrivendo ottenevo lo scopo predetto, finalizzato alla mia esclusiva crescita individuale, dall'altro mi sono accorto che la funzione benefica della poesia non si limita a questo. La poesia infatti è viva e, come una nuova creatura assetata di nutrimento, deve trovare occhi disposti a leggerla, bocche a pronunciarla, orecchie per ascoltarla e, infine, cuori pronti ad accoglierla per essere anche loro liberati e guariti. Solo così essa può continuare a vivere, crescere e diventare matura, acquistando quindi la sua funzione collettiva, il suo scopo sociale.
Il poeta diventa dunque un tramite, un luogo di passaggio, uno strumento egli stesso. Per questo motivo rifuggo l'idea che le poesie mi appartengano, non voglio imprigionarle e tenerle per me. Loro sono di tutti e così, lasciandomi attraversare, le slancio nel mondo, dove libere si spandono come fate benefiche.
E qualsiasi beneficio ne abbia, altro non è che il loro ringraziamento, per avermi usato come tramite."

[foto scattata da Nico Salis durante il primo Piaghe Poetry Slam disputato nella Pizzeria Fanatic di Ploaghe il 20 novembre 2014]


Questo Blog non verrà più aggiornato e rimarrà in hiatus 
come ricordo, in memoria di Federico.